Un compito vitale
Informare, orientare, educare alla socialità intesa come coscienza e senso dell’essere nel mondo.
In altre parole, trasmettere alle nuove generazioni quell’ulteriore patrimonio “genetico” di sapere e di senso che è proprio della cultura umana: l’amore per la conoscenza e la condivisione di comuni valori di fondo.
Un compito essenziale per la “sopravvivenza della specie”, per millenni saggiamente affidato alle istituzioni familiari, scolastiche e religiose, che incontra oggi – proprio nell’era della comunicazione globale e della società dell’informazione – straordinarie difficoltà per essere portato a termine.
Una grave crisi sociale
Una grave crisi antropologica e culturale è stata generata dallo sviluppo – a ritmi incredibilmente vertiginosi – dell’interazione fra l’industria dei consumi e quelle dei media, dell’entertainment e delle reti globali di comunicazione.Specie fra le generazioni più giovani, essa si manifesta in un brutale abbassamento del livello “culturale” (indipendentemente dal livello di scolarità, appartenenza sociale o credo politico), una grande povertà linguistica e di pensiero ed un’ancora più grave perdita generalizzata di senso e di identità (con conseguente deficit di comunicazione, di apprendimento e quindi di adattamento).
Una vera e propria situazione di rischio involutivo dal punto di vista antropologico, sicuramente aiutata dalla pervasività (ma anche dalla suggestione) di sempre più semplificate descrizioni virtuali del mondo e della realtà, prodotte in linguaggio multimediale e veicolate dalle reti globali di comunicazione secondo uno schema ricorsivo ormai definibile come “socialmente pericoloso”.
Un pericoloso paradigma
Un circolo vizioso, un processo ricorsivo autoalimentato e autorafforzato che rappresenta il nuovo paradigma dell’odierna comunicazione sociale: l’industria dei Media, dell’Entertainment e delle Reti (o industria della produzione e distribuzione sociale del senso e dei valori condivisi) fornisce gli “spettatori/consumatori” richiesti dall’industria delle Merci e della Pubblicità (l’audience, la readership, i target), la quale reinveste a sua volta i propri profitti nell’industria della produzione e della distribuzione del senso (Media, Entertainment e Reti) purchè questa continui a promuovere bisogni e consumi su scala globale e quindi a riprodurre gli “spettatori/consumatori” che alimentano incessantemente la crescita del mercato.
Formare i formatori
In tale contesto, una comunicazione “responsabile”a livello sociale (e perciò politico, culturale, educativo e scientifico) risulta quindi un compito di vitale importanza ed assieme di grande difficoltà.
Contrariamente a quanto si crede, essa non va confusa con il “politicamente corretto” delle “pubblicità progresso”, delle “partite del cuore”, dei “concerti per l’Africa” o dei Telethon.
Né ha come obbiettivo diretto le fasce sociali più deboli o quelle fortemente marginalizzate (donne, bambini, adolescenti, anziani, tossicodipendenti, immigrati, precari, malati, handicappati, ecc.).
La comunicazione socialmente responsabile riguarda piuttosto ogni ruolo e pratica sociale.
A partire dai gruppi sociali di più elevata referenzialità e maggiore evidenza comunitaria (i cosiddetti “formatori”) come medici, insegnanti, giornalisti, sacerdoti, artisti, pubblici amministratori e operatori sociali.
L’unica scelta possibile è, insomma, quella di favorire la crescita, fra gli “educatori”, di un’ermeneutica e di una epistemologia in grado di decodificare la “realtà” prodotta dalla comunicazione mediatica e di comprendere gli effetti che essa produce – in termini di linguaggio, pensiero e apprendimento – nei bambini, negli adolescenti e negli adulti.
L’ipotesi è che sia possibile – attraverso la formazione critica, la sperimentazione e lo studio produrre “anticorpi” e sviluppare “vaccini” rispetto all’attuale “inquinamento mentale” e fornire l’indispensabile sostegno educativo, scientifico e culturale per una concreta strategia di riduzione del danno.
Un esempio pratico
Un esempio pratico può essere fornito da questa pubblicazione per la formazione avanzata in ECM dedicata alla Salute Mentale. Una dispensa che analizza e presenta il processo di formazione del disagio psicopatologico ma anche il contesto “linguistico” e “sociale” che tale disagio alimenta e favorisce.
Essa intende offrire nuovi strumenti di comprensione, descrizione e comunicazione della realtà del disagio, soprattutto mentale, del quale soffre gran parte delle nostre popolazioni.
Ma anche far comprendere che, tra le ragioni scatenanti, c’è sicuramente l’aggressività e l’invadenza dei media e delle nuove tecnologie informatiche, notoriamente micidiali quanto più deboli sono le barriere di esperienza, identità e senso e quanto maggiore è l’abuso nell’esposizione al “contagio”.
L’obiettivo è quello di comunicare, divulgare, rendere disponibili “descrizioni semplici” di verità e conoscenze, spesso di straordinaria complessità, attraverso l’uso di un linguaggio metaforico in grado di renderle acquisibili per via multimediale al maggior numero di educatori/formatori/terapeuti ed operatori sociali.
Per meglio comprendere i processi psicopatologici descritti in queste pagine e le ragioni dei possibili interventi di riduzione del danno (farmacologici, terapeutici, educativi e politico-sociali), sarà opportuno partire da una “descrizione di processo” particolarmente significativa come quella quì rappresentata dalla “Stringa della Conoscenza” e dalla diversa possibile sequenza dei processi cognitivi, e quindi delle capacità di adattamento, nel sistema vivente umano (Fig. 1).
“Stringa” della Conoscenza
Corpo |
Ambiente |
Caso |
Informazione |
Elaborazione | Non elaborazione |
Evoluzione | Degenerazione Dogmatica |
Apprendimento | Blocco dell’apprendimento |
Auto-organizzazione | Disorganizzazione |
VITANegentropia del sistema | MORTEEntropia del sistema |
Fig.1-Le due sequenze possibili dei processi cognitivi nel sistema vivente umano
Riccardo Mario Corato Professional Background
Esperto di comunicazione internazionale con un’esperienza probabilmente unica nel campo dell’ideazione, realizzazione e promozione di grandi eventi, Riccardo Mario Corato ha iniziato il suo lavoro nel campo della comunicazione pubblicitaria nei primi anni settanta.
Dal 1981 al 2001, Corato ha diretto la Network International, un’azienda specializzata in strategie di comunicazione integrata basate sulla produzione, lo sponsorship e la promozione di eventi sportivi, musicali, culturali e sociali.
Tra le sue credenziali quasi tutti i maggiori eventi sportivi mondiali, dai Giochi Olimpici ai Mondiali di Calcio, dai Mondiali di Atletica a quelli di Sci, Tennis, Boxe e Formula 1, dalla Maratona di New York all’America’s Cup.
Dopo aver creato una storica case history nel campo dello sponsoring musicale con il Tour Europeo dei Rolling Stones nel 1982, Corato ha inaugurato la produzione dei grandi eventi televisivi musicali con le grandi dirette europee di Rai Uno, Sacis e Granada Television: i Pink Floyd a Venezia, Madonna a Torino e Barcellona, Prince a Dortmund, i Tre Tenori a Roma, Pavarotti International a Modena, “Casta Diva” Omaggio a Maria Callas ad Atene, il Concerto del Primo Maggio a Piazza San Giovanni e il “Giubileo dei Lavoratori” con la presenza di Papa Giovanni Paolo II a Tor Vergata il 1° Maggio del 2000.
Negli ultimi 15 anni Corato si è concentrato sullo sviluppo dell’integrazione tra produzione culturale e sociale e comunicazione multimediale come, ad esempio, nei casi del Concerto del 1°Maggio, del Columbus Day a New York o del Grande Giubileo del 2000 a Tor Vergata.
Nel 2003-2004 Riccardo Corato ha diretto il Corso di “Produzione e Comunicazione degli Eventi Culturali” per il Dipartimento di Storia e Scienza della Musica e dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dove ha potuto sperimentare un nuovo metodo pedagogico: la “Produzione-Lezione”.
Nel 2005 Corato è stato anche co-autore, assieme al Direttore del Dipartimento per la Tutela della Salute Mentale della ASL 1 della Regione Umbria, di un Seminario ECM (Educazione Continua in Medicina), dedicato a medici di base e farmacisti, sulla relazione fra sviluppo dei media e delle tecnologie informatiche e la salute mentale.
Ormai concentrato nell’elaborazione di modelli e strategie di comunicazione integrata con finalità educative, culturali e sociali per istituzioni pubbliche, culturali e religiose, Corato ha passato gli ultimi anni analizzando la fattibilità di nuove forme di comunicazione “socialmente responsabile”.
Attualmente sta lavorando ad un innovativo progetto educativo multimediale – “Madeleine©” – basato sulla salvaguardia del patrimonio culturale e della memoria sociale dedicato agli adolescenti e ai loro giovani genitori, così come agli insegnanti e agli educatori in genere.
Excellent, what a blog it is! This webpage provides helpful facts to us,
keep it up.
Thank you Marissa.
We have a lot more to publish on our blog but we are old fashion very slow guys.
Best regards,
Riccardo Corato